
© Carlo Hebdo
Il “diritto a morire dignitosamente” va assicurato ad ogni detenuto. Tanto più che, fermo restando lo “spessore criminale”, va verificato se Totò Riina possa ancora considerarsi pericoloso vista l’età avanzata e le gravi condizioni di salute. La Cassazione apre così al differimento della pena per il capo di Cosa Nostra, ormai ottantaseienne e con diverse gravi patologie. Sulla base di queste indicazioni, il tribunale di sorveglianza di Bologna dovrà decidere sulla richiesta del difensore del boss, finora sempre respinta.
L’ISIS fa sapere in un comunicato stampa che si offre volontaria per consentire al vecchio boss mafioso di morire con onore: tra le varie tecniche proposte ai suoi legali c’è la decapitazione, il rogo e lo scioglimento nell’acido.
Si attende il parere dei familiari delle vittime.
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